Porre la famiglia al centro significa porre al centro della famiglia le persone che ne fanno parte, con i loro bisogni, il loro diritti, le loro responsabilità ed i loro doveri.
Non esiste più (o non è mai esistita) la famiglia, esistono le famiglie, i cui partecipanti hanno scelto di contrarre matrimonio, un’unione civile, di stipulare un contratto di convivenza, che hanno optato per altre forme di regolamentazione o che non hanno pensato ad alcuna tutela giuridica particolare.
Tutte queste forme di famiglia funzionano bene allo stesso modo, probabilmente fino a quando non sono messe alla prova da difficoltà, conflitti, ostacoli esterni o interni.
E allora, se ad un certo punto qualcosa si spezza, qualcuno si allontana, se sopravvengono problemi (di salute, economici, di lavoro, trasferimenti all’estero), è utile conoscere se e quale sia la formula che meglio può tutelare le esigenze di tutti.
Propendere per una convivenza invece che per un matrimonio, sottoscrivere un contratto di convivenza o decidere di non stipularlo, devono essere decisioni frutto di una scelta consapevole delle parti, diretta a sottoporre il loro rapporto a norme giuridiche condivise e non necessariamente imposte e preconfezionate.
E poi ci sono i figli, molto tutelati o neppure menzionati, le cui sorti troppo spesso sono lasciate alla decisione del Giudice ed ai tempi lunghissimi dei Tribunali.
Ne parliamo con l’Avvocato Erica Nardoni, che gestisce lo Sportello di supporto e assistenza legale per la famiglia
Accesso gratuito al webinar (da piattaforma Zoom), dalle 20.30 alle 21.30, previa richiesta del link scrivendo a info@spaziooblo.it